Celiachia, ecco cosa devi sapere

celiachia cosa devi sapere
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Astenia, anemia, crampi, dimagrimento, gonfiore addominale, ritardo nella crescita, dissenteria, disturbi della fertilità, emicrania, dermatite, osteoporosi.. questi e molti altri i sintomi prima della diagnosi.

Quando riportiamo al medico questi sintomi quasi sicuramente scatta l’approfondimento diagnostico e questo perché al giorno d’oggi la celiachia è fortunatamente più conosciuta di un tempo.

Se appartenete a questo gruppo sicuramente saprete che parliamo di un’intolleranza permanente verso il glutine contenuto in alcuni cereali (grano o frumento, segale, kamut, farro, orzo, spelta, triticale) che provoca infiammazione cronica ed atrofia intestinale con conseguente malassorbimento in soggetti geneticamente predisposti. 

Seguendo un regime alimentare rigorosamente privo di glutine questi effetti sono reversibili e la mucosa dell’intestino sarà in grado di rigenerarsi.  Attenersi ad un regime alimentare “gluten free” rappresenta tutt’oggi l’unica terapia possibile. 

Trascurare più o meno volontariamente di adottare un regime alimentare privo di glutine espone invece al rischio di dover fare i conti con alcune complicanze tardive della celiachia, nonché alla comparsa di alcune patologie correlate nel medio lungo termine.

 

“Oggi sappiamo che la predisposizione genetica gioca un ruolo essenziale nell’insorgenza della celiachia.”

Le persone con celiachia presentano i genotipi HLA-DQ2 e HLA-DQ8; condizione necessaria ma non sufficiente per lo sviluppo della patologia. Ciò significa che chi li possiede ha una predisposizione genetica allo sviluppo della celiachia ma non è detto che ciò avvenga. 

Si nasce quindi con la predisposizione allo sviluppo della malattia e questo può accadere a qualsiasi età (ho avuto pazienti con nuova diagnosi anche a 70 anni) o può non accadere mai.

Per quanto riguarda le cause esogene, oggi sappiano che la quantità e la qualità del glutine odierno potrebbero essere all’origine dell’incremento nella prevalenza della celiachia. 

In presenza di una predisposizione genetica anche gravi infezioni a carico di stomaco ed intestino possono scatenare la malattia.

Ci sono inoltre alcune patologie autoimmuni, come ad esempio il diabete e la tiroidite di Haschimoto, che sono più frequenti nei pazienti con celiachia. In questi gruppi di persone è dunque sensato condurre indagini finalizzate a diagnosticare una possibile celiachia, anche in assenza di una sintomatologia univoca (ricordiamoci che la celiachia può avere mille manifestazioni come può essere asintomatica).

Una volta esclusi i cereali contenenti il glutine ed acquistati i prodotti con dicitura “senza glutine”, penso che la parte più difficile della dieta sia rappresentata dalla contaminazione. Esatto, spesso non ci pensiamo ma anche una piccola briciola può continuare ad alimentare il danno intestinale. 

Ai miei pazienti ricordo sempre che ci sono le persone più “fortunate”, ovvero chi ingerisce la briciola e non ha sintomatologia e chi invece ne risente in modo importante, ma sappiate che a livello intestinale il danno è il medesimo e questo per chi è asintomatico può essere pericoloso poiché non si accorge di una possibile contaminazione.

Ecco perché sarebbe importante ripetere le analisi ematiche annualmente, per permetterci di valutare la correttezza della terapia dietetica.  

Ma dove può nascondersi il nemico?

  • Ricordate di non utilizzare gli elettrodomestici da cucina in modo promiscuo tipo il tostapane.
  • Attenzione alla pulizia della tovaglia. Mettete una tovaglietta in plastica sanificabile al vostro posto per evitare che rimangano briciole attaccate alla tovaglia di stoffa.
  • Attenzione alle macchinette del caffè (se dallo stesso beccuccio esce il caffè ed il caffè d’orzo non va bene!!)
  • Tenete separati i prodotti nel frigo e nella dispensa.
  • Leggete sempre gli ingredienti degli integratori assicurandovi che siano “senza glutine”
  • Al ristorante avvisate sempre il cameriere anche se ordinate un semplice petto di pollo alla griglia (potrebbe arrivare con la salsa!!) oppure la griglia potrebbe essere contaminata 

Questi e molti altri gli aspetti da valutare sempre nel quotidiano. 

Al momento della diagnosi, accanto alle informazioni mediche, penso sia importante fare una chiacchierata anche con una dietista esperta per un counseling nutrizionale circa la dieta da seguire, il rischio di contaminazione ed un confronto costruttivo in cui poter esprimere le vostre preoccupazioni, perplessità e domande.

 

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Bibliografia: 

  • Catassi C., Gatti S., Fasano A. The New Epidemiology of Celiac Disease Journal of Pediatric Gastroenterology & Nutrition, July 2014 Vol. 59.
  • Mustalahti et al., The prevalence of celiac disease in Europe: Results of a centralized, international mass screening project. Annals of Medicine 2010 Dec;42(8):587-95.
  • ESPGHAN Guidelines for Diagnosing Coeliac Disease 2019: JPGN 2019. Ahead of Print.
  • Al-Toma, A., Volta, U., Auricchio, R., Castillejo, G., Sanders, D. S., Cellier, C., … & Lundin, K. E. (2019). European Society for the Study of Coeliac Disease (ESsCD) guideline for coeliac disease and other gluten-related disorders. United European gastroenterology journal, 7(5), 583-613.
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